martedì 28 dicembre 2010

Acqua.... cara dolce acqua....

 Tratto da Il Levante del 26 novembre 2010

Nuove preoccupazioni per la salute dei cittadini del Belpaese.
Un’alta concentrazione di arsenico è stata infatti riscontrata nelle acque destinate ad uso potabile di ben 128 comuni italiani.
Maggiormente coinvolto il Lazio (91 zone) dove a Vitorchiano, in provincia di Viterbo, il sindaco Gemini Ciancolini ha dichiarato l’acqua non potabile. Il Comitato Acqua Pubblica di Velletri fa però sapere che la presenza dell’arsenico nell’acqua è risaputa da ormai 5 anni e i medici dell’alto Lazio hanno stilato un documento dove chiedono al Ministero della Salute e a tutti gli organismi che si occupano dell’erogazione di acqua di non chiedere ulteriori deroghe, in quanto l’arsenico è classificato dall’IARC (Agenzia internazionale di ricerca sul cancro) come elemento cancerogeno.
Il fatto è che i valori parametrici sono stati significativamente ridotti rispetto ai precedenti standard di qualità delle acque: per l’Arsenico (As) il limite, inizialmente di 50 microgrammi per litro secondo la Dir 80/778/EC, è stato ridotto a 10 μg/litro dalla corrente Dir 98/83/EC.
Gli italiani che potrebbero rimanere senza acqua potabile? Circa centomila.
La Commissione Europea ha infatti respinto la terza richiesta di deroga ai limiti di legge inoltrata dall’Italia con lettera 2 febbraio 2010, nella quale la nostra nazione richiedeva di alzare il limite fino ai 50 μg/litro; Bruxelles ha però giudicato il fatto estremamente rischioso per la salute dei cittadini ed ha fissato il limite massimo ai 20 microgrammi per litro.
<<Se la concentrazione è maggiore, si va incontro a rischi sanitari superiori, in particolare alcune forme di cancro>>, è così che la Commissione europea ammonisce l’Italia e mette in guardia dal giocare troppo con i livelli di sostanze velenose, perché la stessa Italia potrebbe incorrere in un procedimento davanti alla Corte di Giustizia europea, oltre a provocar seri danni ai cittadini.
E pensare che, ignari della situazione, nei comuni incriminati si è fatto uso di acqua contaminata, questo perché si è pensato bene di non informare preventivamente i cittadini su quanto stava accadendo; e purtroppo caraffe filtranti o costosi marchingegni non serviranno a molto.
Polemiche e richieste di provvedimenti e blocchi non hanno tardato ad arrivare; l’ultimo atto di accusa arriva dal Codacons, l’associazione dei consumatori, che intende muoversi per ottenere dai Tar il blocco immediato delle fonti in cui i parametri risultino fuori norma.
Di certo servirà una nuova regolamentazione, poi la parola passerà ai sindaci.
Intanto l’Italia prenderà sicuramente una multa! Ma noi, ignari cittadini, con l’assunzione delle nostre acque cosa prenderemo?

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